
Negli ultimi anni l’Intelligenza Artificiale è passata dall’essere un elemento sperimentale a diventare un componente essenziale dei processi aziendali.
Sempre più imprese utilizzano modelli di linguaggio per automatizzare attività, analizzare documenti, supportare decisioni, organizzare informazioni o gestire workflow operativi.
Ma più cresce l’utilizzo dell’AI, più emerge una nuova esigenza:
ottimizzare i dati che inviamo ai modelli per ridurre costi e migliorare prestazioni.
In questo contesto nasce TOON (Token-Oriented Object Notation), un formato dati pensato non per la lettura umana, ma per la lettura dei modelli di linguaggio — e quindi progettato per ridurre la quantità di token consumati.
Perché nasce TOON (e perché nasce ora)
Per più di un decennio JSON è stato lo standard universale per scambiare dati tra applicazioni:
Tuttavia JSON non è stato progettato con in mente l’AI.
Un modello linguistico, quando interpreta un JSON, deve processare tutti i caratteri:
➡️ Ogni simbolo rappresenta token aggiuntivi.
➡️ Ogni token ha un costo economico e un costo computazionale.
Con l’esplosione dell’utilizzo dei modelli AI, i token consumati ogni mese dalle aziende sono aumentati in maniera significativa.
Da qui nasce la seconda fase dell’adozione dell’AI:
Non basta più “usare l’AI”. Bisogna iniziare a usarla meglio.
TOON è uno dei primi formati creati proprio per questo scopo.
Ecco un esempio pratico per capire la differenza tra i due formati.
{
"user": {
"name": "SHELLONBACK",
"role": "developer",
"active": true
}
}
(user(name: SHELLONBACK; role: developer; active: 1))
La riduzione è evidente:
Per un essere umano può risultare meno leggibile, ma per un LLM è più semplice da interpretare.
Il risultato concreto è:
✔️ meno token consumati
✔️ costi più bassi
✔️ parsing più rapido
✔️ minore rumore sintattico
Come tutti i formati, anche TOON ha il suo ambito ideale.
JSON continuerà ad essere un formato indispensabile, ma TOON risponde a un’esigenza nuova:
ottimizzare lo scambio dati per l’AI, non per l’uomo.
Negli ultimi anni è avvenuto uno shift molto chiaro:
Fase 1 — “Aggiungiamo l’AI in azienda.”
Tutti hanno iniziato a integrare modelli linguistici nei loro processi.
Fase 2 — “Ottimizziamo l’uso dell’AI.”
Ora l’obiettivo è:
TOON si inserisce perfettamente in questa seconda fase.
Non rappresenta un obbligo, né sostituirà JSON.
È un nuovo strumento nato per un’era in cui la gestione dei token è una leva strategica.
In un mondo in cui l’AI diventa sempre più centrale, il rischio è adottarla in modo frettoloso, non strutturato o inefficiente.
Ed è qui che Shellonback può realmente aiutare la tua azienda.
Non importa che formato dati verrà utilizzato — JSON, TOON o altro.
La vera sfida è costruire un sistema digitale efficiente, integrato e realmente utile alle persone che lo usano ogni giorno.
TOON rappresenta uno dei primi segnali di come i formati dati si stiano evolvendo per adattarsi all’era dell’AI.
Non sostituisce JSON, ma introduce un nuovo modo di pensare alla comunicazione con i modelli linguistici.
In un momento in cui l’AI diventa indispensabile, diventa altrettanto indispensabile usarla con cura, comprendere i costi, ridurre gli sprechi e ottimizzare i flussi.
Shellonback supporta le aziende proprio in questo:
trovare soluzioni su misura per digitalizzare e automatizzare i processi, sfruttando tecnologie moderne in modo sostenibile.
Parla con il nostro team per scoprire come possiamo aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi di trasformazione digitale.